Nel DSM5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) la Dipendenza Affettiva è stata classificata tra le nuove dipendenze comportamentali, assieme allo shopping compulsivo e al gioco d’azzardo patologico.
Viene considerata una forma ossessiva di amore. È una modalità non sana di vivere le relazioni. Al punto da attribuire all’altro un’importanza tale da annullare sé stessi e non ascoltare i propri bisogni.
Chi è il dipendente affettivo?
Solitamente è una persona che soffre di mancanza di autostima. Cerca di trattenere accanto a sé l’altro in svariati modi, ad esempio controllando, mettendo in atto comportamenti di cura ecc.
Quali sono le caratteristiche della Dipendenza Affettiva?
Possiamo dire che le caratteristiche della Dipendenza Affettiva, si collegano con i tratti di personalità di tipo dipendente. Tra cui:
-
Difficoltà nel prendere delle decisioni, anche quelle che riguardano la quotidianità. La persona presenta una mancanza di fiducia in sé stessa e nelle proprie capacità
-
Fatica ad esprimere il proprio disaccordo con le altre persone
-
Difficoltà nel portare a termine progetti in autonomia, in quanto ha paura di poter fallire
-
Presenta emozioni negative, come ansia o paura, ad esempio al pensiero di rimanere da soli
-
Sperimenta incapacità nel creare e difendere i propri confini
Come proteggersi da una relazione tossica e come uscirne
Per poter proteggersi e uscirne, è importante pian piano chiudere la relazione tossica. Non sarà facile, ma non sarà di certo impossibile. Soprattutto è fondamentale ripartire da sé, riconoscendo i propri confini. È importante prendere consapevolezza della realtà e chiedere aiuto ad un professionista della salute.
Trattamento psicologico con approccio Cognitivo – Comportamentale
In prima battuta è importante riconoscere la propria dipendenza. Prendere consapevolezza di ciò è il primo passo verso il cambiamento!
Fasi di cui si compone un lavoro con approccio Cognitivo – Comportamentale
-
Fase 1: Valutazione e formulazione del caso. Si delineano gli eventi che hanno portato e rinforzato le credenze di base, riconducibili al “non essere meritevoli di amore”. Vengono poi stabiliti gli obiettivi e stabilita una rete di sostegno di persone fidate da coinvolgere per poter aiutare il/la paziente. In particolare nelle prime fasi di astinenza.
-
Fase 2: Concettualizzazione del caso. Avere la consapevolezza del disturbo, di quelle che sono le sue dinamiche e i circoli viziosi che si instaurano. In particolare si lavora sulla ristrutturazione delle credenze disfunzionali, che riconducono alla paura del rifiuto e dell’abbandono. Si aiuta il/la paziente a sviluppare una prospettiva su un piano di realtà nei confronti della storia d’amore.
-
Fase 3: Training assertivo. Imparare ad esprimere i propri bisogni e le proprie emozioni. Sul piano comportamentale, il lavoro psicologico, aiuta la persona a interrompere i vecchi pattern di comportamento. Ad esempio iniziare nuove relazioni prima di aver riconosciuto quelli che sono i propri bisogni, mettendoli in secondo piano.
-
Fase 4: Imparare ad accettare e a gestire le emozioni dolorose. Come ad esempio, il senso di colpa, la vergogna, ecc.
Possono essere integrati i protocolli Mindfulness, per aiutare la persona a gestire pensieri negativi e aiutarla a sviluppare maggiore consapevolezza sulle proprie emozioni.