L’insonnia in età pediatrica/adolescenziale rappresenta uno dei disturbi per cui viene frequentemente richiesta una consultazione pediatrica.
Spesso le cause di tale problema possono essere legati ad esempio all’assunzione di determinati farmaci, oppure possono avere una causa comportamentale, ad esempio possono presentare una scarsa igiene del sonno, una mancanza nel mantenimento del ciclo sonno – veglia, oppure ancora associazioni negative con il sonno. Come nell’insonnia dell’adulto possono esserci dei disturbi di inizio e/o di mantenimento del sonno e soprattutto nei bambini molto piccoli può essere presente il rifiuto nell’andare a dormire e addormentarsi poi in maniera autonoma. Alcuni bambini molto piccoli ad esempio si addormentano solo in presenza di determinate circostanze, come ad esempio la presenza dei genitori, oppure l’uso del biberon, ecc… e durante i risvegli notturni faticano a riaddormentarsi se tali circostanze non vengono ripristinate. Nei bambini in età pre-scolare, invece, può presentarsi il rifiuto di andare a dormire nell’orario stabilito dai genitori, portando ad un ritardo nell’addormentamento e di conseguenza ad avere una ridotta durata totale del sonno. Alla base di questo molto spesso emerge che vi è una difficoltà da parte del genitore di stabilire e di far rispettare le regole dell’addormentamento. Un bambino che dorme male e/o poco, presenterà delle problematiche sia sul piano comportamentale, come ad esempio disattenzione, che sul piano cognitivo, ad esempio avrà delle difficoltà nell’apprendimento e nella memoria. Non meno importante, bisogna ricordare che il sonno riveste una cruciale importanza, in quanto è proprio durante il sonno che viene prodotto l’ormone della crescita. Fondamentale è anche la relazione madre – bambino, in quanto se il bambino dormirà poco, anche la madre dormirà poco dovendo interrompere il sonno per i risvegli del figlio, e questo determinerà malumore e nervosismo in casa. E’ consigliabile, nei casi di insonnia infantile precedere tempestivamente per ripristinare il normale ritmo sonno – veglia.
In cosa consiste il trattamento?
Nei casi in cui il problema non è cronico, spesso è sufficiente intervenire sulle abitudini di vita all’interno della famiglia e sui fattori di tipo ambientale, ad esempio la luce e la temperatura della stanza, il rumore circostante, etc… ricorrendo ai principi dell’igiene del sonno, ad esempio cercando di fare in modo che il bambino associ al sonno il suo lettino, mantenere gli orari di addormentamento e di risveglio uguali. Quando tutto ciò non è abbastanza, è bene rivolgersi ad un terapeuta ad orientamento cognitivo – comportamentale che applichi un protocollo di intervento specifico per tale situazione con l’obiettivo che il bambino poi riesca ad addormentarsi autonomamente.
Qualche consiglio dedicato ai caregiver che si trovano a dover gestire l’insonnia del bambino:
1- Impostare una routine: È importante per mantenere il sonno, seguire sempre le stesse procedure e gli stessi orari. Tale procedura si basa su tecniche cognitivo – comportamentali è fondamentale per far sì che venga regolato l’orologio biologico.
2- una cena leggera: preparare dei pasti facili da digerire. Evitare nelle ore che precedono il sonno alimenti e bevande zuccherate, come tè, coca-cola, in quanto apportano eccitamento nel bambino.
3- Cercare di evitare attività ludiche prima di andare a dormire: in quanto alcuni giochi possono creare sovraeccitazione.
4- Andare a letto presto: È consigliato che i bambini dormano dalle 9 alle 10 ore al giorno. Andando a dormire alle ore 21.00
5- Mettere il bambino nel suo letto con un oggetto che gli piace e che possa mantenere per tutta la notte con lui: tale strategia serve per fare in modo che il bambino associ l’oggetto al sonno.
6- Leggere una storia con una luce soffusa
7- Assicurarsi che la stanza sia buia e non rumorosa
8- Se il bambino inizia a piangere, non tornare immediatamente: prendete un paio di minuti per raggiungere la sua stanza per calmarlo e quando si calma lasciarlo solo. Tale processo può essere ripetuto più volte durante il corso della notte, ma è importante essere persistenti.
Dott.ssa Nadia Pagliuca psicologa
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