Quanti di voi hanno utilizzato il termine depressione semplicemente per indicare un momento in cui ci si sente un po’ tristi? Sicuramente in molti.
Che cosa è la depressione
Silvia, una paziente a cui daremo un nome fittizio per privacy, la descrive così: “Fatico ad alzarmi al mattino, anche se la sveglia suona, per avvisarmi che è ora di alzarsi, io non ho nessuna voglia di alzarmi. Il solo pensiero di dover affrontare un’altra giornata mi crea ansia, tutto mi sembra difficile e sento che non ci sono speranze”.
Possiamo dire di conseguenza che la mente depressa, ragiona a suo modo, in quanto è completamente in balìa dei diversi errori di ragionamento, dunque ogni situazione viene messa a fuoco con delle lenti scure, e la persona potrà trovarsi a pronunciare frasi del tipo “Mi va tutto storto”, “Non riesco a fare nulla, sbaglio sempre ciò che faccio”, e così via.
Da numerose indagini epidemiologiche risulta che dal 4 al 10%degli adulti, 2% dei bambini e 4% degli adolescenti ha in un anno un episodio di depressione. Circa il 15% delle persone ha un episodio di depressione almeno una volta nel corso della vita.
È bene ricordare che più episodi depressivi si sono avuti, più è facile averne nuovi, se non si ricorre a una terapia, che è capace di ridurre il rischio di ricadute.
Ma cosa prova realmente chi soffre di depressione?
Essi avvertono diversi sintomi tra cui quelli più frequenti sono:
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Stato d’animo di tristezza, abbattimento, sentirsi giù per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno; la tristezza o l’angoscia sono di solito maggiori in un particolare momento della giornata, per lo più al mattino
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Perdita di interesse e di piacere nei confronti di attività che prima di solito piacevano
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Senso di valere troppo poco, di essere un fallito, di essere inutile o senso di vuoto
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Senso di colpa eccessivo, convinzione di essere indegni
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Difficoltà a concentrarsi a lungo nelle cose che si fanno o di prendere decisioni, anche piccole
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Incapacità di pensare lucidamente
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Disturbi del sonno. Chi è depresso si può svegliare troppo presto al mattino senza sentirsi riposato o può avere difficoltà nell’addormentarsi. Vi sono però persone depresse che dormono troppo
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Cambiamenti dell’appetito, per lo più le persone perdono l’appetito, ma ve ne sono persone che mangiano di più, come se cercassero conforto o distrazione nel cibo
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Agitazione, irrequietezza o invece rallentamento, il quale si manifesta con maggiore lentezza nel fare le cose
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Riduzione dell’energia, facile stanchezza e spossatezza
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Pensieri ricorrenti che non vale la pena di vivere
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Pessimismo e mancanza di speranze, fino alla disperazione
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Diminuzione dell’interesse sessuale
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Irritabilità: sembra strano, ma chi è depresso è spesso intollerante non solo verso i propri difetti, reali o immaginari, ma anche verso i difetti e gli sbagli degli altri
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Crisi di pianto
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Grande difficoltà o incapacità di sorridere
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Problemi digestivi, mal di testa, dolori vari
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Ansia, stato di apprensione e di allarme
Non è ancora ben chiaro quali siano le cause della depressione.
Le teorie principali sono biologiche, genetiche e psicosociali
Per quanto riguarda le cause biologiche, si sono riscontrati cambiamenti nella regolazione dei cosiddetti neurotrasmettitori quali la serotonina e la noradrenalina, sostanze chimiche che controllano nel cervello il passaggio degli impulsi nervosi.
La diminuzione della noradrenalina porta a minore iniziativa, ad esempio capacità di alzare il telefono per chiamare una persona cara, di uscire, di lavarsi; mentre la diminuzione della serotonina porta a un peggioramento nel sonno e a interagire peggio con gli altri e aumenta la tendenza a pensare ossessivamente alle stesse cose.
Per quanto riguarda invece le cause genetiche, i parenti di primo grado di una persona con disturbo depressivo maggiore hanno un rischio 2-3 volte più alto di avere nella loro vita un episodio depressivo.
Per quanto riguarda infine, le cause psicosociali, il rischio di depressione è maggiore nelle persone tese, con bassa autostima, tendenti al pessimismo.
Gli episodi depressivi possono essere preceduti e favoriti da eventi o situazioni stressanti che vengono vissuti da chi è portato alla depressione come difficoltà o perdite gravi e insuperabili o come fallimenti.
Ad esempio, lutti (compresa la perdita di un animale da compagnia); separazioni coniugale o altre interruzioni di un legame affettivo; uscita dei figli di casa; difficoltà nei rapporti con i familiari; gravi conflitti e incomprensioni con altre persone; malattie fisiche, soprattutto se croniche, invalidanti e causa di riduzione della partecipazione alla vita familiare e sociale; licenziamenti, problemi sul lavoro; cambiamenti di città, di casa, del giro di amicizie.
Gli eventi o situazioni stressanti non causano inevitabilmente la depressione, ma vi danno origine o l’aggravano se la persona crede di non potere in alcun modo controllare.
È importante differenziare una reazione di lutto normale dalla depressione. Una reazione di lutto normale può ovviamente essere fonte di molta sofferenza, ma dura dai 2 a 6 mesi e migliora nel tempo senza trattamenti specifici. Se i sintomi visti in precedenza sono frequenti e gravi dopo più di due mesi, è bene cominciare a sospettare la presenza di depressione.
Cosa fare dunque in questi casi?
Il primo passo è quello di rivolgersi ad un terapeuta e ad un medico, in quanto è importante agire nelle prime fasi della malattia per poter effettuare un intervento tempestivo e andare incontro a un pieno recupero.
Il trattamento psicologico sarà focalizzato su una riattivazione comportamentale, sulla ristrutturazione dei pensieri e convinzioni negative su di sé e sul mondo che lo circonda, in quanto un mancato intervento di questo tipo andrebbe a creare un mantenimento del problema. Sarà importante inserire anche il protocollo della mindfulness per aiutare il paziente a sviluppare una maggiore consapevolezza e a gestire al meglio le proprie emozioni.
Ti lascio un breve questionario sui sintomi della depressione sui sintomi della depressione