Accanto alle risorse che la scienza ha messo a disposizione per prolungare la durata della vita, anche dalla medicina ufficiale è emersa la fondamentale importanza della qualità dell’esistenza stessa: interazione con l’ambiente, miglioramento del proprio approccio all’alimentazione, costruzione di un rapporto armonico con se stessi e con gli altri e – non meno importante – relazione sana con il proprio corpo e con le emozioni. Tutto ciò concorre a prevenire quei disturbi che, cristallizzati nel tempo, si convertono in patologia. La figura del naturopata nasce dunque per supportare l’integrazione e la sintonia tra mente e corpo, in particolar modo quando si sceglie un percorso volto all’analisi psicosomatica dell’individuo; in una visione olistica dell’essere umano, che non scinda gli aspetti corporei da quelli emotivi, il soggetto può beneficiare di tecniche di riequilibrio psicofisico, mettendolo in contatto con quell’intelligenza emozionale che abita ognuno di noi e alla quale attingiamo, anche in maniera inconsapevole, per la nostra autorigenerazione. Il corpo umano è “spazio analogico”, come già lo definiva lo storico delle religioni Mircea Eliade: in analogia con l’antico pensiero alchemico, ogni funzione del corpo rappresenta un aspetto degli archetipi che abitano non solo il mondo animale, ma anche quello vegetale, siderale, minerale; ecco perché in ogni rito (Il rito rappresenta il compimento di un atto in un preciso momento e con uno specifico modo: per questa ragione consente il superamento della separazione spazio-temporale, aprendo all’oriente di possibilità di una realtà “altra”, in cui ogni sostanza del mondo – sub stantia, che sta sotto – è indissolubilmente legata a ogni altra. Cfr. a prop. Eliade, M., “Trattato di Storia delle Religioni”, 1976, Bollati Boringhieri) si ritrova sempre il tentativo fisico, del corpo, di raggiungere l’universale ed ecco perché in ogni cultura le associazioni simboliche tra organi e funzioni sono pressoché identiche (ad esempio nella medicina ippocratica, nell’ayurveda o nella MTC). Dalla lettura del corpo, delle sue tensioni o degli organi-bersaglio, mediante i quali ognuno di noi tende ad esprimere la propria dimensione emotiva, è possibile attuare un lavoro profondo che non andrà solo a lenire il sintomo disfunzionale, bensì contribuirà a identificarlo e ad evidenziarne una possibile causa connessa con il nostro modo di andare nel mondo e con il personale dialogo emozionale. Gli approcci della naturopatia, declinata sotto i vari aspetti di aromaterapia, floriterapia emozionale o uso dei preparati spagyrici, lavorano fondamentalmente sul sistema psiche-soma governato nel cervello dall’ipotalamo e dall’area limbica, strutture in cui le emozioni e la materia vivente interagiscono, aree cerebrali antiche, depositarie della nostra identità filo-ontogenetica; sono queste le zone cerebrali in cui il nostro organismo, a partire da reazioni biochimiche in cui l’emozione si trasforma effettivamente in materia, si ricrea attimo dopo attimo e in cui originano salute e malattia. Sull’ipotalamo influiscono emozioni come tristezza, scarsa stima di sé, stress e – al contrario – autostima, amicizia e interazione sociale, nella veste positiva che contribuisce all’equilibrio e al potere di autoguarigione cui ognuno di noi può attingere: il sistema immunitario è altrettanto fortemente influenzato dalle funzioni ipotalamiche, rispondendo in maniera funzionale ed efficace anche in relazione al nostro benessere emotivo. Naturopatia e psicosomatica, che mettono a fattor comune la visione dell’essere umano come unità olistica di corpo e mente, si configurano pertanto come discipline integrate, in cui lo strumento analogico di lettura del corpo che ci fornisce la seconda si fonde in un unicum terapeutico con la prima, sostenendo il percorso di autoconsapevolezza dell’individuo, fino al raggiungimento dello stato ideale e omeostatico di benessere. L’ approccio psicosomatico, dunque, si fonda sull’idea che la natura dell’uomo non si può pensare in termini esclusivi di psico e fisica, ma bisogna pensare alla sua natura come un tutto. La naturopatia è, invece, intesa come disciplina psicosomatica, ed è un insieme di pratiche di medicina alternativa. La collaborazione di tali approcci dona all’individuo la possibilità di prendersi cura in una visione più totalitaria. Quando ci troviamo di fronte ad uno stimolo esterno, la reazione emozionale adattiva si manifesta con risposte fisiologiche e psicologiche, generando una situazione di stress. Quando lo stress non viene gestito in maniera funzionale, ecco che i disturbi psicosomatici iniziano a prendere forma in seguito alla necessità di dare sfogo a quelle emozioni che iniziano a diventare pressanti fino, in alcuni casi, a cronicizzarsi diventando troppo dolorose per poter essere riconosciute e affrontati senza l’aiuto di un professionista.
*Ricorda: “Quando l’anima viene offesa, il corpo diventa il palcoscenico degli eventi psicologici inconsci, manifestando ciò che non va”*